È una questione che ha sempre diviso il pubblico. E per dirla tutta, almeno nel nostro Paese, il cambio automatico non è mai stato digerito. Da qualche tempo però - finalmente, dico io - vedo che la mentalità dell’automobilista italiano si sta evolvendo
verso nuovi orizzonti. Ci sono affermazioni che non condivido e che spesso fatico proprio a capire: “Mi piace l’auto con il cambio manuale perché mi diverto a cambiare. È molto più sportivo”. Questa è una di quelle.
L’auto, però, per quanto possa anche essere uno strumento di piacere, è, e deve essere, soprattutto uno strumento di lavoro. Ci sono i luoghi e gli spazi dove poter scaricare la propria indole corsaiola o sperimentatrice. Potete andare in pista o potete affrontare percorsi
off-road (a patto che riusciate a trovarne a sufficienza qui in Italia, almeno tra quelli che potremmo definire legali). E quando utilizzate
l’auto per divertirvi... ben venga il cambio manuale. Ma non si capisce perché uno debba azionare centinaia di volte la frizione e la
clava tra i sedili durante una di quelle code interminabili sulle tangenziali milanesi, torinesi o sul raccordo anulare della capitale,
tanto per citare gli esempi più lampanti.
L’italiano sportivo a tutti i costi, sempre e ovunque mi fa sorridere. Non baratterei per nulla al mondo il cambio automatico della mia Chevy (tre marce più overdrive) per qualsiasi trasmissione manuale. A meno che il veicolo in oggetto non sia destinato ad un uso puramente ludico. Allora, in quel caso, ben venga un cambio manuale ben fatto, con rapporti ravvicinati, ridotta escursione della leva (in questo caso non è una clava) e innesti precisi. Sono le condizioni in cui posso accettare anche una leva a sette posizioni (sei marce più retromarcia) senza lamentarmi. Ma quando si parla di guida turistica, e ancor più quando l’ambiente tipo è quello delle città super affollate e dei sobborghi inflazionati dalle quattro ruote e dalle due ruote (stendiamo un velo pietoso sulle biciclette), il cambio automatico dovrebbe essere la regola.
Devo dire che sono sempre di più gli italiani che si stanno convertendo a questa soluzione ma, a volte, la motivazione è ancora quella sbagliata. L’idea di poter guidare un cambio automatico con palette al volante richiama alla mente il solito retaggio del passato, quello
dell’italiano che non pensa di guidare. Lui pensa di pilotare. Ironia a parte, la questione è veramente importante.
È mia completa convinzione che il cambio automatico sia una di quelle voci imprescindibili nella scelta di un’auto destinata ad uso turistico. I costruttori stanno dando una chiara dimostrazione di voler andare proprio in quella direzione. L’offerta relativa alle trasmissioni automatiche sta aumentando, sia che si tratti di cambi tradizionali robotizzati, sia che ci si trovi di fronte a trasmissioni automatiche tradizionali o a sistemi con doppia frizione. Quello che però deve cambiare è il modo di pensare di chi le auto le acquista.
E se posso permettermi di esprimere un’opinione del tutto personale... quando si ha a che fare con un cambio automatico vorrei che
la leva di comando fosse posta sempre sul piantone dello sterzo. Solo in questo modo potrò sfruttare a pieno i
vani portaoggetti e lo spazio presente nella consolle centrale.
Io ovviamente sono d'accordo in tutto e per tutto (tranne che un 3 marce con overdrive non lo vorrei manco morto)..
simpatico il pezzo dove dice che gli italiani spesso comprano l'automatico per poi volerlo sportivo con le palette al volante.. noi e il nostro concetto di sportività ;) lo dico sempre alla Yle: il gusto di cambiare le marce dove, in coda in tangenziale?
soprattutto qui non esclude a priori il cambio manuale.. se l'auto è una sportivetta, ben venga (sempre detto anche io).. ma su tutto i resto, automatico rulez
